Si brinda alternativo secondo Wine Monitor. Grazie ad uno studio commissionato dal Consorzio Durello Lessini e condotto da Nomisma/Wine Monitor, il 76% degli intervistati ( un campione di 1000 persone) si dice disponibile a pagare un sovrapprezzo pur di bere alternativo.
Sono i millenials la categoria più curiosa. Questo rincuora tutti gli appassionati di vino e i professionisti del vino come noi che si impegnano ad applicare il marketing al vino, promuovendo spesso prodotti sconosciuti, regioni emergenti che regalano emozioni uniche.
Del resto il rito dell’aperitivo, molto milanese ed esteso a tutta Italia in pochissimo tempo vuole novità. Non ci si accontenta più di un Prosecco, di una generica bollicina o del famigerato Sprizz. Gli enoappassionati moderni sono sempre a caccia di nuove tendenze, tanto più nello spumante che è quel vino che, anche in tempi di crisi, ha fatto risalire la china dei consumi interni ed è la tipologia che cresce di più tra i vini esportati.
Nove consumatori su dieci, secondo l’indagine d si dicono disposti ad acquistare uno spumante alternativo, che per dirsi “alternativo deve essere prodotto in una zona circoscritta, essere Doc-Docg, e provenire da vitigni autoctoni”.
Davanti allo scaffale o in enoteca, secondo il Direttore di Wine Monitor Denis Pantini, la scelta d’acquisto di una bottiglia di spumante è dettato dalla regione di produzione nel 15% dei casi, dal brand aziendale nel 16%. Tra i valori top associati allo spumante la freschezza (22%), la leggerezza (13%) e la convivialità (12%). Ed è l’aperitivo l’occasione di consumo nel 30% dei casi, una occasione speciale nel 35% delle risposte, mentre solo il 9% bevono bollicine a tutto pasto. L’Asti e gli spumanti piemontesi, secondo l’indagine, sono i più conosciuti per i consumatori di età più matura. Due su dieci sanno poco del Durello e qualcosa di più del Trentodoc, ma assaggerebbero volentieri calici diversi purché Doc, di territorio, legato a un territorio circoscritto. Per il Lessini Durello, conclude il presidente del Consorzio di Tutela, “si apre uno scenario di mercato favorevole. Il suo essere vino moderno e al contempo simbolo di una viticoltura eroica perché svolta in ambienti difficili lo sdogana come vino di tradizione e del futuro”.
fonte Ansa