Export, 2015 annata eccezionale, enoturismo e anti-contraffazione. Queste le parole chiave del convegno che ha aperto la giornata di sabato dell’Anteprima Amarone 2015. Sul palco il giornalista Andrea Andreoli in veste di moderatore, il ministro delle Politiche Agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio, e il presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Andrea Sartori.
Noi eravamo in platea e abbiamo seguito con attenzione questa conferenza.
La prima domanda del Dottor Andreoli ripercorre il rapporto del Ministro Centinaio con la nostra città. Negli ultimi mesi la sua presenza a Verona si è notata. Il Ministro dopo i saluti spiega bene la strategia del suo dicastero: spingere su turismo ed enogastonomia, creare sinergia fra queste due eccellenze d’Italia. Verona per lui ne rappresenta l’essenza, è una città che abbina eccellenti prodotti enogastronomici ad una offerta turistica di livello. Inoltre Veronafiere che ha un progetto importante finalizzato a spingere il vino italiano nel mondo, ha fatto toccare con mano al Ministro come i suoi obiettivi possono diventare realtà. Egli afferma che in Brasile, durante Wine South America qualche mese fa ha visto quello che voleva vedere, si parlava di vino e quello che ci sta dietro, di lavoro, paesaggio e territorio.
I numeri della Valpolicella sono confortanti. Si parla di 600 mio/euro volume d’affati e di un sensibile aumento di produttori giovani. Ma va tutto bene? Si può essere pienamente soddisfatti? A questa domanda risponde il Presidente Sartori. Nonostante il rinnovamento delle aziende agricole, e la redditività per ettaro interessante siano segnali positivi, c’è ancora molto da fare. Due esempi: Export in Asia (solo il 6% vino in Cina è italiano), e il turismo, che in Valpolicella è un terreno quasi inesplorato.
Per Centinaio uno degli obiettivi da perseguire è dare vita ad una idea di sistema Italia, che supporti in maniera organizzata e unitaria il vino all’estero. Purtroppo ci sono troppi player che parlano di vino italiano all’estero dando una immagine frazionata e confusa. La sfida sarà metterli d’accordo, superando i singoli campanilismi. Il ministro è ottimista. Già siamo forti di un marchio come Vinitaly, brand riconosciuto nel mondo. Le parole d’ordine del progetto sono due: sintesi e competitività per permettere alle aziende italiane di beneficiare della forza riconosciuta a Vinitaly all’estero.
Secondo il Ministro il fatto di non essere presenti massivamente in Asia significa che sbagliamo la comunicazione e distribuzione del vino italiano; ora i cinesi chiedono vino rosso; rosso e forte; significa che per noi c’è spazio di crescita. Dall’altra parte i cosidetti mercati maturi (USA UK CANADA e GERMANIA) non sono da abbandonare, anzi. Quello che serve è una strategia chiara dato che non si può andare ovunque promuovendo nella stessa maniera. Ogni mercato ha le sue esigenze ed analizzando i dati di consumo e di acquisto, paese per paese, possiamo affrontare in maniera diversa e specializzata la comunicazione del vino all’export.
Il convegno si è concluso con un argomento dolente, la contraffazione del made in Italy. La lotta all’italian sounding è un cavallo di battaglia del Consorzio del Valpolicella e del Ministero delle Politiche Agricole. Purtroppo prevede spese ingenti. Lo stanziamento di 4mio/€ dell’ultima legge di bilancio per aumentare i controlli effettuati da parte dell’ente ICQRF è un segnale forte.
Un invito da parte del Presidente Sartori ai produttori della nostra città che possono fare da sentinelle, durante i loro numerosi viaggi all’estero. Basta una foto inviata in consorzio e l’acquisto di un campione per dare vita ad un procedimento di verifica.