Vino e cibo sono due ottimi motivi per scegliere di visitare il nostro paese. Il Food Tourism ha assunto significati diversi e rappresenta una quota interessante del turismo in Italia. In particolare si stimano 15 milioni di presenze l’anno e circa 2.65 miliardi di euro di fatturato (Fonte Rapporto sul Turismo Enogastronomico).
Enoturisti italiani ed enoturisti stranieri appartengono ad una categoria che possiamo definire “turismo qualificato” che viaggiano, a vari livelli, per conoscere l’enogastronomia del bel paese, acquistare prodotti e vivere una esperienza indimenticabile.
Due sono le parole chiave, in base al Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021, della domanda italiana: Enogastronomia e Cultura. Valori declinati in modo diverso che vedono profilarsi diversi stili di viaggio centrati sul gusto, sul territorio, sulla scoperta e sulla sostenibilità.
Le aziende agroalimentari si dovranno presentare come ambasciatori di un territorio, essendo molto apprezzate le experience a forte connotazione sostenibile e di promozione territoriale. L’arte inoltre si ben abbina con l’enogastronomia tanto che il 64% dei turisti italiani intervistati dichiara di desiderare proposte che abbinano questi due mondi.
L’enogastroturista italiano si autodefinisce attivo e innovativo, interessato ad un turismo lento che unisce attività slow come cicloturismo e camminata a momenti di experience wine & gourmet.
Oltre alla mobilità sostenibile un trend interessante è il coinvolgimento del turista all’interno della catena del valore aziendale con proposte di condivisione delle varie attività produttive quotidiane quali raccolto, vendemmia, mungitura, semina e potatura.
Molti turisti (66%) si sentono più propensi a visitare aziende di produzione quando possono trascorrere del tempo di qualità con la comunità locale (albergo diffuso, piccoli borghi, partecipazione alla raccolta dei frutti, partecipazione alla vendemmia…). Rimane sempre importante la percentuale di persone che viaggia per acquistare, ottima occasione commerciale per le imprese del settore agroalimentare italiano. Si dice che quasi il 60% dei turisti continua a comprare prodotti anche quando è rientrato a casa propria e che circa il 70% dei turisti in viaggi acquisti prodotti enogastronomici tipici quando è in viaggio.
Grazie allo sviluppo delle tecnologie digitali inoltre il food and wine tourism è diventato un fenomeno senza fine che inizia primo dell’arrivo in Italia, grazie alle attività sui social media e sul web e si sviluppa poi in esperienze digitali post-visita quali degustazioni on line, wine & food club, tasting groups che trasformano il turista in un vero e proprio ambassador. Sembre il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano dice che il 50% dei turisti italiani è interessato a partecipare a degustazioni digitali dopo l’esperienza in loco, così da poterla condividere con parenti e amici.
Da non dimenticare è la domanda Wine & Wellness, e l’accoglienza nature & luxury (glamping, agriturismo wellness…) che abbracciano rispettivamente 51% e 25% degli intervistati. Numeri interessanti se analizzati in correlazione con la capacità di spesa di questi target, spesso focalizzati sui premium wines o sugli oli d’eccellenza.
Per poter rispondere adeguatamente ad una domanda così specifica e spesso così esigenze come si può creare una offerta turistica?
La nostra esperienza ci ha permesso di elaborare un metodo di lavoro che parte dall’analisi delle caratteristiche dell’azienda agroalimentare interessata al wine tourism o al food tourism e arriva fino alla creazione di un piano di comunicazione.
Il processo è spiegato in questo breve articolo.
Quello che noi crediamo profondamente è che il Food & Wine Tourism sia una grande occasione per il nostro paese, per le aziende dell’agroalimentare e anche per tutti i turisti che scelgono l’Italia come loro meta.
Siamo conosciuti per la nostra capacità di fare accoglienza, di produrre eccellenze, di essere maestri nella convivialità. Per questo abbiamo fondato la nostra agenzia nel 2010.
Fonti e link interessanti: